una corretta respirazione vi farà ringiovanire!
una corretta respirazione vi farà ringiovanire!

Tutti sanno che respirare bene…fa bene.

E non è un caso che nella storia si siano sviluppate un mucchio di tecniche di respirazione differenti per raggiungere scopi differenti. Consideriamo solo lo yoga e la apnea, per citarne due molto diversi tra loro.

Il primo si avvale del respiro per “liberare” la mente e meditare. La seconda per immagazzinare la maggior quantità possibile di ossigeno e ridurne il consumo da parte del corpo.

Attualmente tecniche di respirazione vengono utilizzate in psicologia e psicoterapia, ma anche come tecniche di gestione del dolore.

Capita molto spesso di pazienti che, nonostante non abbiano nessuna competenza medica, sanno di respirare male, e ce lo dicono.

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E capita anche di medici che consiglino ai propri pazienti di imparare a respirare bene.

È evidente che il modo in cui respiriamo ci influenzi, ma non lo è il perché.

Almeno fino ad ora.

La respirazione, e come ci influenza

La respirazione è una delle attività più importanti del corpo umano, ed anche delle più complicate.

È infatti l’unico sistema del corpo che è contemporaneamente governato in modo volontario e involontario.

È una attività riflessa, per cui, senza pensarci, respiriamo continuamente. Ed in base alla situazione, la frequenza e la profondità del respiro cambiano, senza che noi ce ne rendiamo conto.

Ma possiamo, se vogliamo, scegliere come respirare, sovrapponendo un controllo volontario a quello “automatico”.

Studiando l’area del cervello adibita a gestire la respirazione, chiamata complesso di Bötzinger, si è visto come esistano differenti tipi di respiro:

  • regolare
  • eccitato
  • sospiro
  • sbadiglio
  • ansimo
  • riso
  • singhiozzo
  • ed il respiro del sonno

E per governarli al meglio esistono 60 differenti tipi di neurone.

O per lo meno sono 60 nei topi, le cavie su cui questo studio è stato condotto.

L’esperimento

Che esperimento è stato fatto? In due parole, hanno identificato precisamente uno di questi gruppi (quello del sospiro), e l’hanno spento

Che cosa è successo?

Come ci si aspettava, il topolino non è più stato in grado di esprimere quel particolare tipo di respiro, ma gli altri sono rimasti invariati.

Forti di questa scoperta, il passo successivo è stato quello di bloccare altri neuroni, sempre associati allo stesso tipo di respiro e…frustrazione, non è successo niente. Il topolino ha continuato a mostrare tutti i tipi di respirazione, in contraddizione con quanto avvenuto con l’esperimento precedente.

Ma…

Ma ad essere cambiato è stato il comportamento dell’animale. Più calmo, anche in condizioni di stress.

Stress? No, grazie
Stress? No, grazie

E quindi?

E quindi si è approfondito questo meccanismo, e si è arrivati a questa conclusione: il cervello spia quello che fa il centro del respiro.

Esistono neuroni che governano il respiro vero e proprio, ed altri che mettono in contatto questi con un’altra area del cervello, il locus coeruleus. Che a sua volta proietta i messaggi a tutto il cervello.

Questa area del cervello è associata al controllo delle reazioni di stresspanico.

E spia il respiro.

Perché?

Queste aree cerebrali sono tra le più antiche del cervello, e sono quelle predisposte ai meccanismi istintuali di difesa.

Come dicevamo, la respirazione è una attività automatica che si adatta alle richieste del corpo.

Se succede qualche cosa che ne richiede un cambiamento, è sicuramente una cosa da considerare. Attentamente.

Spegnendo questo livello di comunicazione, vengono disattivati dei meccanismi inconsci e profondi che ci mettono in allerta.

Tutto chiaro, ma perché dovrebbe essere interessante?

Per due motivi.

Il primo, la possibilità di controllare questo sistema permetterà lo sviluppo di nuovi farmaci. Bastano due parole a farne capire la portata: ansiastress.

il secondo, quello che ci interessa e piace di più, è che ci da una dimostrazione scientifica della validità delle pratiche di controllo del respiro.

Dicevamo che il respiro, la sua frequenza e profondità, si possono controllare.

Respirando lentamente ed a fondo, i neuroni spia vedranno una situazione di calma piatta, e diranno al cervello, “tutto ok, vai sereno”.

Imparare a controllare il respiro nelle situazioni di stress, e modificarlo in modo da averlo sempre più rilassato e profondo, ci renderà meno stressatipiù sereni.

Senza l’uso di farmaci.

Respirate in pace!
Respirate in pace!

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Perché le tecniche di respirazione funzionano?
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