Sempre più diffusa e conosciuta, l’osteopatia e l’osteopata si sono ritagliati un posto sempre più centrale nella cura del benessere.
Ma…
- Cos’è l’osteopatia?
- Che differenza c’è con la fisioterapia?
- Perché dovrei andare da un osteopata?
Queste sono le domande che più spesso ci vengono rivolte, ed alle quali daremo qui una risposta.

Cos’è l’osteopatia?
L’osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma più che altro l’osteopatia è una visione: la visione di un corpo che è un tutt’uno e che quindi va valutato e trattato nella sua interezza.
È una visione che si discosta dalla normale logica medica dove sempre di più si cerca il dettaglio, l’iper-specializzazione.
Dove “se ho male li, cerco li”.
Ma discostarsi da quella visione non significa opporsi, tutt’altro. Osteopatia e medicina si integrano perfettamente, ma solo se valutate considerando un elemento chiave: il tempo.
Due esempi chiariranno il tutto:
- sollevo una cassa d’acqua e rimango bloccato con il colpo della strega
- giocando a calcetto mi faccio male ad una caviglia. Uso le stampelle, poi zoppico ancora un po, e dopo un mese mi fa male la schiena.
In entrambi i casi mi rivolgerò ad un professionista lamentando un mal di schiena, ma se nel primo caso (il colpo della strega) una indagine sulla schiena potrà rivelarci la causa (una protrusione, un’ernia, uno stiramento muscolare, ecc…) nel secondo (la distorsione) non evidenzierà nulla. Perché la causa è nella caviglia, di cui magari mi sono anche dimenticato ma che lavorando male, nel tempo, ha portato ad una ripercussione alla schiena.
Questa è la logica sistemica con cui lavora l’osteopatia. E che va ad integrare tutti i sistemi del corpo, muscolo scheletrico, viscerale e psico-emozionale.
Che differenza c’è con la fisioterapia?
La differenza tra osteopatia e fisioterapia è sottile, ma sostanziale.
Sottile perché, dopotutto, lavora più o meno sulle stesse cose, e spesso con tecniche molto simili.
Sostanziale perché la fisioterapia è una disciplina sanitaria, ed è quindi orientata al trattamento del problema cosiddetto “organico”:
- una lesione traumatica: una distorsione, uno strappo muscolare, una lesione tendinea, un’ernia, ecc..
- gli esiti di una patologia: la riabilitazione dopo un accidente cardio-vascolare, neurologico, la riabilitazione respiratoria, ecc…
- gli esiti di un intervento chirurgico: la ricostruzione di un crociato, una frattura ossea, gli esiti di una chirurgia oncologica, ecc…
L’osteopatia per sua definizione non rientra negli interventi sanitari o riabilitativi, non tratta cioè il danno organico.
La sua azione si sviluppa dopo la risoluzione del danno.
Ripensiamo all’esempio della caviglia: la fisioterapia mi aiuta a guarire dalla distorsione, l’osteopatia mi aiuta ad evitare che quella stessa distorsione nel tempo mi vada a causare problemi altrove, al ginocchio o alla schiena per esempio.
Perché dovrei andare da un osteopata?
I motivi per cui rivolgersi ad un osteopata sono due.
Il primo è perché c’è un dolore, ovviamente. Nello specifico quelli che si approcciano bene con l’osteopatia sono:
- i dolori “quotidiani”, che spesso trovano sollievo immediato con le tecniche osteopatiche: torcicollo, mal di schiena, ecc..
- i dolori “senza causa”: il classico “mi fa mal la schiena, ho fatto gli esami e non c’è niente”
Il secondo è la prevenzione.
Prevenzione perché? Perché anche se è vero che i dolori che l’osteopata va a trattare sono “secondari”, non sono cioè la causa “prima” del problema, se lasciati a sé stessi possono evolvere in patologia.
Torniamo sempre all’esempio della caviglia: la schiena fa male ma non ha un danno organico. All’inizio. Ma alla lunga lo svilupperà: infiammazione prima, protrusione ed ernia poi.
Il trattamento osteopatico previene questo tipo di evoluzione.
Lo scopo nel curarsi con l’osteopatia è mantenere il corpo libero da blocchi (articolari, fasciali, viscerali, ecc..), che nella maggior parte dei casi sono silenti.
E questo ci previene da problemi futuri.