Per un dolore o dopo un trauma, un incidente o un intervento, la fisioterapia è la pratica più indicata e prescritta dai medici.

Tanti però sono i dubbi attorno a questa disciplina, e qui cercheremo di rispondere ad alcuni di questi:

  • che cosa fa la fisioterapia?
  • cosa si fa in un una seduta di fisioterapia?
  • quando si fa la fisioterapia?
  • ci sono controindicazioni al trattamento fisioterapico?
  • quanti tipi di fisioterapia esistono?

Che cosa fa la fisioterapia?

La fisioterapia è una disciplina sanitaria e recentemente è stata organizzata in un suo ordine specifico (Federazione Nazionale Ordine Fisioterapisti, FNOFI). Il suo ambito di competenze è strettamente normato dalla legge secondo il decreto del 14 settembre 1994 n. 741:

Il fisioterapista e’ l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge … gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita.

mobilizzazione ginocchio fisioterapia Milano
Fisioterapia dell’articolazione del ginocchio, mobilizzazione manuale

La fisioterapia offre quindi tre tipi di intervento:

  • prevenzione: tutte quelle strategie che possono evitare l’insorgere di un problema. Ad esempio la ginnastica posturale per evitare l’instaurarsi di posture scorrette (e tutti i problemi da queste conseguenti) o l’esercizio propiocettivo che negli atleti riduce considerevolmente il rischio di infortunio
  • cura: tutte quelle tecniche manuali o strumentali che aiutano la guarigione dei tessuti. Ad esempio l’applicazione di magneto terapia nelle fratture ossee per stimolare la ricrescita dell’osso, la tecarterapia nel trattamento dei traumi muscolo tendinei negli sportivi o il linfodrenaggio nei pazienti che hanno subito la rimozione dei linfonodi a causa di un intervento chirurgico
  • riabilitazione: tutte quelle strategie che aiutano a riacquistare una funzione persa a causa di una lesione di un tessuto. Ad esempio il recupero della deambulazione dopo un intervento di protesi di anca o ginocchio, del movimento di una spalla dopo una lesione della cuffia dei rotatori o della capacità di movimento in seguito ad un ictus cerebrale

e offre tre campi di applicazione:

  • motricità: tutto ciò che concerne il corretto funzionamento del sistema muscoloscheletrico, sia in termini “meccanici” che in termini di corretto utilizzo
  • funzioni corticali superiori: ciò che riguarda il cervello, sia in termini di recupero da un danno, come in seguito ad un ictus, sia in termini di contrasto ad una patologia, come ad esempio il parkinson o la sla, sia nei termini del suo funzionamento, come può essere l’approccio al dolore cronico o l’interpretazione psico-sociale della patologia dolorosa
  • funzioni viscerali: ciò che riguarda il corretto funzionamento ed il recupero post intervento o patologia degli organi interni. Basti pensare alla riabilitazione respiratoria post COVID o la riabilitazione cardiologica post infarto

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    Cosa si fa in una seduta di fisioterapia?

    È difficile rispondere a questa domanda perché, come abbiamo visto, la fisioterapia si occupa di molti problemi ed il lavoro svolto dal fisioterapista cambia sostanzialmente tra uno e l’altro.

    In generale però possiamo suddividere la seduta di fisioterapia in tre momenti:

    • il momento della valutazione fisioterapica, dove attraverso l’analisi della documentazione medica, l’esecuzione di test specifici e la valutazione visiva e manuale il fisioterapista si fa un’idea dello effettiva situazione presente del paziente. Non è una diagnosi (che spetta unicamente al medico) ma piuttosto la trasposizione della diagnosi sullo specifico paziente in quel preciso momento
    • l’impostazione del lavoro o piano di lavoro, dove il fisioterapista decide una lista di obiettivi intermedi e finali che vuole ottenere e decide come ottenerli, in che ordine e che strumenti utilizzare. In base al problema cambieranno gli obiettivi, ed in base a questi cambieranno le tecniche utilizzate, gli strumenti proposti e le tempistiche di lavoro.
    • il momento esecutivo vero e proprio, dove si mette in atto tutto ciò che si è pianificato

    Ogni seduta raccoglie questi tre momenti, perché ad ogni incontro è necessario valutare se il percorso riabilitativo sta procedendo nella direzione prefissata o se sia necessario “aggiustare il tiro” o addirittura interrompere il piano e rivalutare il tutto, eventualmente re inviando il paziente dal medico.

    Mobilizzazione piede fisioterapia Milano
    Mobilizzazione fisioterapica delle piccole articolazioni del piede

    Quando si fa la fisioterapia?

    Come specificato sopra, la fisioterapia si può fare prima, durante e dopo un problema, un trauma o una patologia.

    • Prima: si parla di prevenzione. La prevenzione serve a mantenere il corpo nelle migliori condizioni possibili in modo da scongiurare, allontanare o rallentare l’insorgere di un problema. Con la ginnastica (posturale, globale o distrettuale), l’esercizio terapeutico (ad esempio propriocettivo), il lavoro manuale (ad esempio con tecniche miofasciali o di terapia manuale) e l’utilizzo di strumenti (come la tecarterapia o la Limfa therapy) è possibile prevenire problemi come lombalgie, cervicalgie, mal di testa, distorsioni articolari o patologie come artrite ed osteoporosi
    • Durante, cioè nel momento in cui il paziente soffre del problema in acuto. In questa fase l’attenzione è focalizzata al problema specifico. Si utilizzano tecniche e strumenti per ridurre l’infiammazione, il dolore e per stimolare la guarigione e la rigenerazione dei tessuti
    • Dopo. Passata la fase acuta bisogna concentrarsi sul recupero della funzione interessata dal problema. Ad esempio dopo un intervento di protesi è necessario, dopo aver ridotto il dolore, recuperare la funzione dell’articolazione operata, dopo un intervento di ernia del disco è necessario recuperare la mobilità della schiena e la fluidità dei movimenti del tronco, dopo una distorsione di caviglia è necessario recuperare la stabilità dell’articolazione nell’uso della vita quotidiana e/o in quello dell’attività sportiva.

      Ci sono controindicazioni al trattamento fisioterapico?

      Non ci sono controindicazioni assolute al trattamento fisioterapico.
      Esistono delle controindicazioni specifiche di alcune tecniche che il fisioterapista deve conoscere, ed esistono delle controindicazioni relative al trattamento in generale. Quando si trattano pazienti:

      • oncologici
      • in condizioni generali instabili
      • con problemi vascolari importanti
      • in esiti di grossi interventi chirurgici
      • con ferite aperte
      • ecc..

      bisogna stare molto attenti ed avere il benestare o la richiesta specifica del medico specialista.

      È bene citare due casi particolari, che hanno controindicazioni medico legali specifiche ed importanti:

      • i portatori di pace maker non possono essere sottoposti ad alcuna terapia di tipo strumentale (tecarterapia, magnetoterapia, correnti antalgiche, ecc..)
      • le donne in gravidanza, sopratutto nei primi tre mesi, non possono utilizzare terapia strumentali ed è necessario prestare grande attenzione con le tecniche manuali. Esistono delle tecniche specifiche dedicate a loro, da utilizzare in caso di necessità ma sempre con molta attenzione.

      Sottolineiamo il fatto che queste sono controindicazioni di tipo medico legale e non di tipo strettamente clinico, a tutela del paziente e del terapista che esegue il trattamento.

      Quanti tipi di fisioterapia esistono?

      Anche a questa domanda è difficile dare una risposta. Non esiste una rigida classificazione come accade per le specializzazioni mediche, ma in generale possiamo individuare due criteri di classificazione.

      Il primo è un criterio strettamente legato alle strutture corporee colpite da un trauma o da una patologia. Possiamo dividere la fisioterapia in:

      • muscolo-scheletrica, cioè che concerne muscoli, ossa, articolazioni, tendini e legamenti ed a cui fanno capo specializzazioni come la rieducazione posturale e la riabilitazione del pavimento pelvico
      • neurologica, che si occupa dei pazienti che hanno subito traumi o che soffrono di patologie del sistema neurologico: ictus, tumori cerebrali, traumi cerebrali e quindi pazienti emi, para o tetraplegici o in coma, patologie del sistema nervoso come Parkinson, Sla, Alzheimer, ecc
      • viscerale, che si suddivide a sua volta nei vari sistemi viscerali, come la riabilitazione cardiologica per i problemi di cuore e circolazione e la riabilitazione respiratoria per i problemi ai polmoni

      Il secondo criterio prende in considerazione invece le tipologie di paziente divisi per età o gruppo specifico di appartenenza:

      • fisioterapia pediatrica
      • fisioterapia dell’adulto
      • fisioterapia geriatrica
      • fisioterapia dello sportivo
      • fisioterapia della donna in gravidanza

      Sono ovviamente dei criteri generali che si combinano tra di loro, per cui è possibile avere un paziente sportivo geriatrico con un problema respiratorio a seguito di una polmonite o un pediatrico neurologico in presenza di una paralisi cerebrale infantile.
      Lo scopo delle classificazioni è nel primo caso utile a definire un insieme di tecniche di valutazione e trattamento efficaci in un ambito specifico di problemi, e nel secondo caso quello di identificare dei metodi di lavoro applicabili a gruppi di persone che verosimilmente hanno esigenze simili.

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