La visita fisiatrica è la visita specialistica del medico fisiatra, cioè quel medico specializzato in medicina fisica e riabilitazione.
È, in parole povere, quella visita dove si valuta la disabilità e dove si imposta il percorso riabilitativo più adatto.
Ma entriamo nello specifico e…

Chi è il fisiatra?
Il fisiatra è un medico che si occupa di disabilità, di come questa impatti sulla vita del paziente e di come affrontarla.
Che cos’è la disabilità?
Sono gli aspetti negativi dell’interazione tra un soggetto (con una condizione sanitaria) e l’ambiente che lo circonda.
Una disabilità è qualche cosa che non posso più fare a causa della mia condizione.
Secondo questa definizione, che riprende quella ufficiale dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) redatta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la disabilità non è una malattia. Piuttosto rappresenta una sua conseguenza.
Ecco un paio di esempi che possono chiarire meglio il concetto:
- Ho subito una distorsione alla caviglia giocando a calcetto e non posso più camminare. È una disabilità.
- Ho mal di testa, e non riesco a concentrarmi per lavorare. È una disabilità.
- Ho subito un intervento chirurgico alla spalla e non riesco a raggiungere i piatti nel ripiano alto della credenza. È una disabilità.
Perché è importante il concetto di disabilità?
Una disabilità può nascere da qualunque “evento avverso”: un trauma, una malattia, un intervento chirurgico, ecc.. Praticamente qualunque “problema” di tipo sanitario che ci possa capitare porterà ad una disabilità.
È per questo che è di fondamentale interesse in campo medico, ed è per questo che è nata la figura del fisiatra.
Ma la disabilità ha anche un’altra caratteristica: è dinamica.
Cambia nel tempo, e cambia nel contesto.
- una distorsione di caviglia guarisce, e guarendo scompare anche la disabilità conseguente (il non poter camminare)
- una distorsione di caviglia crea una disabilità se devo camminare. Ma in un contesto dove non devo, ad esempio se posso lavorare da seduto o da casa, non la crea. C’è il danno, ma in quel contesto non c’è una disabilità.
Questo è estremamente importante perché definisce i due binari su cui si concentra il lavoro del fisiatra, ed anche quello del fisioterapista.
Per affrontare, e risolvere, una disabilità, gli specialisti:
- promuovono la guarigione del danno, il recupero della funzione, e quindi la scomparsa della disabilità conseguente. Il classico approccio medico che ognuno di noi si aspetta.
- stabiliscono le strategie per modificare il contesto, in modo che la disabilità non si manifesti.
Come può un fisiatra modificare il contesto?
Questo è un passaggio critico, perché coinvolge non solo il paziente, ma anche chi lo circonda.
E se un familiare è solitamente disposto ad accettare certi cambiamenti, un datore di lavoro potrebbe storcere il naso…
Modificare il contesto significa analizzare cosa fa il paziente (vita, lavoro, tempo libero, ecc.) e capire che cos’è, quali sono gli elementi che creano la disabilità.
E trovare una strategia per modificarli, se possibile.
Un esempio su tutti, le barriere architettoniche. Per una persona che non può camminare, e che per muoversi usa una sedia a rotelle, un gradino è un elemento del contesto che può creare la disabilità. Modificare il contesto, ad esempio installare una rampa, può essere sufficiente a ridurre la disabilità.
In cosa si differenzia la visita fisiatrica da quella ortopedica?
Visita fisiatrica ed ortopedica si distinguono per la domanda alla quale cercano di dare una risposta.
Se il quesito della visita ortopedica è “che cosa c’è che non funziona, e cosa posso fare per farlo tornare a funzionare?”, quello della visita fisiatrica è “in che modo il problema del paziente impatta sulla sua vita, e come posso fare per porvi rimedio?”.
La prima si concentra sul danno, la seconda su come questo danno si ripercuota nella vita del paziente.
Capire come e quanto il danno incida è il punto di partenza per definire cosa e come fare per intervenire. Perché lo stesso danno porterà a disabilità diverse in pazienti diversi.
Perdere 5° di estensione di un dito è un danno piccolo se volgiamo. E se siamo dei maratoneti, non ci creerà nessuna disabilità. Ma se fossimo dei pianisti?
Ed il protocollo riabilitativo stilato dal fisiatra rispecchierà proprio queste differenze.
È necessaria la visita fisiatrica?
Questa è la classica domanda che si pone, e ci pone, il paziente.
Ho già speso per consultare un ortopedico, è davvero necessario passare da un fisiatra?
La risposta è si. Però dipende.
All’interno del sistema sanitario nazionale, il fisiatra è l’unico che può stilare il protocollo riabilitativo. Questo lo rende un passaggio obbligato per chi necessiti di accedere alle prestazioni fisioterapiche e riabilitative.
Quindi se si vuole usufruire della riabilitazione attraverso il sistema sanitario nazionale È necessaria.
Al di fuori del sistema sanitario nazionale c’è un po’ più di elasticità. Nel senso che si valuta il caso specifico.
Ci sono problemi semplici e problemi complessi. E per i problemi semplici può essere sufficiente l’indicazione di un medico, che può essere un ortopedico, un neurologo, ma anche un medico di base.
Un esempio classico sono tutti gli interventi ortopedici di routine. La riabilitazione conseguente segue dei protocolli più o meno stantardizzati, che definiscono modi e tempi di come agire. Ai quali aderiscono anche i fisiatri.
In questi casi il perno centrale è rappresentato dall’ortopedico, e la suo indicazione è sufficiente per iniziare il lavoro. Ma con buonsenso, il che significa che se c’è qualche cosa che devia dallo standar, è buona norma rimandare al medico.
Nei problemi più complessi invece è sempre meglio avere come riferimento il fisiatra.