L’ortopedico è uno dei medici specialisti più conosciuti, ma quando si prova ad entrare nel merito della questione ecco comparire molti dubbi, ai quali qui cercheremo di rispondere:
- Che cosa fa l’ortopedico?
- Quali patologie cura l’ortopedico?
- Quando ci si rivolge a un ortopedico?
- Che differenza c’è tra l’ortopedico ed il fisiatra?
- Chi è lo specialista della spalla?
Che cosa fa l’ortopedico?
Ecco la prima e fondamentale domanda alla quale in realtà pochi sanno dare risposta: che cosa fa l’ortopedico?
L’ortopedico è il medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia. Si occupa della valutazione e della correzione (chirurgia) di tutti i problemi relativi all’apparato osteoarticolare di natura congenita, degenerativa e traumatica.
Quali patologie cura l’ortopedico?
Definito chi è e di cosa si occupa il medico ortopedico riusciamo anche ad intuire quali sono le patologie che va a curare. Elencarle tutte non avrebbe senso, ma prendendo dalla definizione possiamo inquadrare in modo più preciso l’ambito di lavoro di questo specialista.
L’ortopedico si occupa dell’apparato osteoarticolare. Il che vuol dire la componente più “meccanica” del nostro corpo: ossa, muscoli, tendini e legamenti. In presenza di un qualsiasi problema a carico di queste strutture l’ortopedico valuta la loro integrità strutturale e funzionale attraverso specifici test manuali e con l’aiuto di valutazioni strumentali (ecografie, RX, risonanze magnetiche e tac) e decide se intervenire in modo conservativo, quindi farmacologico ( e riabilitativo, o chirurgico.
I problemi dell’apparato osteoarticolare si possono classificare in tre gruppi principali:
- di natura congenita, quindi presenti dalla nascita, come ad esempio nei casi di displasia dell’anca dove il bambino nasce con una conformazione dell’articolazione particolare che ne facilita la lussazione
- di natura degenerativa, cioè causate dalla “usura” dei tessuti, come possono essere l’artrosi di anca e ginocchio (a carico della cartilagine) o la lesione della cuffia dei rotatori (a carico dei tendini della spalla)
- di natura traumatica, cioè conseguenti ad un incidente, un urto o un colpo e che quindi possono coinvolgere qualunque tessuto corporeo con qualunque intensità. Si può andare dalla semplice distorsione di caviglia dove viene stirato un legamento al politrauma della strada dove ci possono essere fratture multiple e complesse associate a lesione di tutti i tessuti circostanti
Quando ci si rivolge all’ortopedico?
In generale possiamo dire che ci si rivolge all’ortopedico quando si hanno dei sintomi nei tessuti di sua competenza:
- ossa, ad esempio per una frattura o un sospetto di frattura
- articolazioni, se presentano sintomi infiammatori cioè dolore, gonfiore, rossore
- tendini, anch’essi se presentano sintomi infiammatori bel localizzati sul tendine o nel punto in cui questo si inserisce sull’osso
- muscoli, contratture, stiramenti o lesioni di qualsiasi tipo associati o meno a dolore, gonfiore ed ematoma
o a seguito di un trauma di qualsiasi tipo:
- una distorsione, cioè quando ad una articolazione viene imposto un movimento anomalo, tipicamente a caviglie, ginocchia, gomiti, polsi e dita
- una contusione, cioè un colpo diretto su un tessuto che può lesionarsi e diventare dolente
- una lesione, dove il trauma è forte al punto da andare a rompere il tessuto, e possiamo avere una frattura ossea, una lacerazione o stacco di un tendine o uno strappo muscolare
- traumi complessi, come possono essere gli incidenti stradali o gli incidenti sportivi più importanti e dove vengono coinvolti molti tessuti contemporaneamente
Che differenza c’è tra l’ortopedico e il fisiatra?
Questa è una delle principali domande che ci vengono poste dai pazienti.
Iniziamo con una precisazione: l’ortopedico si occupa dell’apparato osteoarticolare, ma non è l’unico a farlo. Come specificato prima si occupa di problemi congeniti, di natura degenerativa e traumatica, ma esistono problemi di altra origine che possono colpire quelle strutture. Pensiamo ad esempio a tutti i problemi di natura artritica (artrite deformante, artrite psoriasica, gotta, ecc.) che sono più di pertinenza dello specialista in reumatologia, o a tutte le distrofie che sono di competenza dello specialista in neurologia.
Ovviamente l’ortopedico ha le conoscenze per riconoscere la natura di questi problemi, ma non la competenza specifica per affrontarli con la stessa efficacia rispetto a chi sceglie proprio quella specialità.
Il fisiatra è una figura invece più trasversale, perché si occupa in maniera specifica della diagnosi e del progetto di recupero delle funzioni e capacità perse. È il responsabile della stesura del progetto riabilitativo che coinvolge tutti altri professionisti, anche i suoi colleghi specialisti. Per cui, ad esempio:
- in caso di un trauma sportivo coinvolgerà l’ortopedico in caso di lesioni dell’apparato osteoarticolare ed il fisioterapista per permettere all’atleta un rientro in campo rapido e sicuro
- in caso di un ictus coinvolgerà il neurologo ed eventualmente il neurochirurgo, ma anche gli infermieri che si occuperanno della cura quotidiana del paziente, del fisioterapista che dovrà aiutarlo a recuperare la possibilità di svolgere le sue attività quotidiane, e magari del logopedista se in tutto ciò è stato coinvolto anche il linguaggio
- in caso di infarto si confronterà con il cardiologo, il cardiochirurgo ed il fisioterapista che dovrà riallenare il cuore di questo paziente
Chi è lo specialista della spalla?
Ecco un’altra domanda tipica, alla quale però è ormai più evidente la risposta.
Dipende.
In caso di trauma ovviamente la prima scelta è lo specialista in traumatologia, quindi l’ortopedico. Quando invece il dolore insorge senza un trauma allora lo specialista di riferimento è il fisiatra, che valuta se la situazione richieda o meno un intervento di un chirurgo (e quindi la palla torna all’ortopedico) o di un altro specialista, ed in caso contrario imposta il lavoro riabilitativo per il fisioterapista.