Abbiamo parlato di Tercarterapia, di cos’è e su che principi di basa.
È un potente strumento terapeutico, e funziona.
Eppure molto spesso capita di ricevere pazienti che in passato hanno ricevuto dei trattamenti e non sono rimasti soddisfatti.

Perché?

Tecarterapia o metodo Tecar?

Un trattamento di Tecarterapia è l’unione di due fattori:

  • Il macchinario usato
  • Il modo con cui lo si usa

Entrambi hanno importanza e pesano sul risultato finale.

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Puoi chiamarci, senza impegno, per capire come possiamo aiutarti!

Il macchinario

Oggigiorno esistono un gran numero di macchinari sul mercato. La Tecarterapia si è diffusa tantissimo negli anni, il mercato si è ampliato ed un numero sempre maggiore di aziende si è proposta a soddisfarlo.

Ciò che fa la differenza tra un macchinario e l’altro sono due aspetti:

  • la potenza: più un macchinario è potente, più forte sarà il segnale nel punto in cui si vuole eseguire il trattamento.
  • la qualità del segnale: il segnale utilizza delle frequenze specifiche, alle quali si è visto le cellule rispondono maggiormente. Più il segnale sarà pulito e centrato su quelle frequenze, più la risposta sarà importante.

La qualità di un macchinario è data dalla combinazione di questi due componenti.

Noi abbiamo scelto di usare macchinari e prodotti originali. In particolare abbiamo acquisito la HCR-1002, ultimo modello prodotto dalla casa madre.

Perché?
Perché abbiamo visto un impegno costante da parte della azienda nel migliorare ed innovare i propri prodotti.
E perché, in quanto primi arrivati, hanno brevettato materiali ma soprattutto frequenze terapeutiche. Ed i concorrenti non possono usarle.

Il metodo

La Tecarterapia è una terapia, come si dice in gergo, operatore dipendente. Questo significa che funziona bene solo se è fatta bene.

Chi l’ha inventata se ne è accorto, e per questo, da sempre, propone corsi sul metodo Tecar (o meglio metodo Human Tecar) e non sulla Tecarterapia.
Con studi, ricerche e tanta esperienza sul campo si è capito come strutturare un trattamento in modo che abbia la massima resa.

E solitamente, come si suol dire, “qui casca l’asino”.
Quando un paziente rimasto insoddisfatto da un precedente trattamento ne riceve uno da noi col metodo originale, solitamente dice “quello che mi hanno fatto non era così”.

Come si svolge un trattamento di Tecarterapia?

La fase di preparazione

È importante pulire la zona da trattare.

Non perché si abbiano dubbi sull’igiene dei pazienti, ma perché la pelle deve essere nelle condizioni ideali per ricevere il trattamento.
Il grasso cutaneo fa da schermo al segnale elettromagnetico, così come una pelle troppo secca.
Per questo la pelle viene preparata con un panno inumidito con una sostanza detergente.
Con l’utilizzo poi di particolari olii essenziali, vengono aperti i pori della pelle, aprendo, se così si può dire, le porte al segnale.

La disposizione delle piastra

Per funzionare il macchinario deve essere in contatto con il corpo in due punti:

  • dove si esegue il trattamento, attraverso un manipolo nelle mani del terapista
  • un punto di chiusura del contatto, una sorta di “messa a terra” del circuito, attraverso una ampia piastra.
    Dove va messa questa? Dipende, da due fattori: deve essere un una posizione comoda per il seguente trattamento, e deve essere ad una distanza adeguata, in base alla potenza della macchina.
    Per fare un esempio, con una macchina potente la posso mettere sotto al sedere per trattare un polso, con una meno devo tenerla più vicino.

La prima fase del trattamento

Come dicevamo, la Tecar lavora sui liquidi all’interno del corpo, e la prima cosa da fare è stimolarne il movimento.

Mantenendo una temperatura tiepido-calda si stimolano le arterie di grande e medio calibro ad aumentare la circolazione in tutta la parte.

Un buon trattamento di Tecarterapia copre una parte sempre ampia del corpo.
Ad esempio per trattare un polso o un gomito parto dalla spalla, per un ginocchio o caviglia dall’anca, ecc..
Se stimolassimo solo una piccola zona del corpo, la risposta che avremmo sarebbe solo locale. Con il rischio di richiamare troppi liquidi, e veder gonfiare la parte.
Stimolando una parte più ampio invece si va ad interagire con tutto il sistema circolatorio, e ad evocare una risposta globale.

La seconda fase del trattamento

Dopo aver stimolato e riattivato la circolazione in modo globale, ci si va a concentrare sulla parte da trattare.
Il trattamento, a questo punto cambia: se nella prima si muove poco il paziente e tanto il manipolo, nella seconda è l’opposto.
Il macchinario rimane praticamente fisso sulla zona di interesse, che contemporaneamente viene mossa, sia in maniera attiva che passiva.

esempi trattamento Tecarterapia Milano
Esempi di trattamento del metodo Tecar

È essenziale che venga mossa.

In questo modo l’effetto terapeutico si concentra, aumentando di molto l’efficacia del trattamento.
Una parte molto dolente verrà mossa in modo passivo, un meno in modo attivo, fino ad arrivare a fare dei veri e propri esercizi mentre si esegue il trattamento.

Inoltre, in base al tipo di tessuto bersaglio ed all’effetto terapeutico che si vuole ottenere si utilizzano differenti temperature, dal quasi freddo al molto caldo.

La terza fase del trattamento

La chiusura del trattamento prevede un momento di scarico.
Con una bassa temperatura ed un lavoro simile ad un linfodrenaggio si vanno a stimolare la circolazione capillare e linfatica. I liquidi precedentemente richiamati in azione vengono drenati, e la parte che ha lavorato si rilassa e distende.

Bisogna sempre concludere in questo modo il trattamento, per evitare di andare a congestionare la parte, bloccando i processi cellulari.

Quanto dura un trattamento di Tecarterapia?

Come potete vedere il lavoro da fare è molto, se fatto bene.
Migliore è la macchina, minore è il tempo richiesto per far reagire i tessuti, ma comunque non è possibile stringere troppo i tempi.
Perché alla fine chi comanda è il corpo.

Nei soggetti più “resistenti” sono necessari anche fino a 5 minuti prima che il corpo inizi a reagire e si possa iniziare con la prima fase di trattamento.

E maggiore sono il numero e la tipologia di movimenti che si richiedono durante la seconda fare, maggiore sarà il tempo necessario.

Per questo nel nostro studio abbiamo scelto di eseguire trattamenti da non meno di 40-45 minuti ciascuno.
Certo ci sono studi che propongono trattamenti brevi, da mezz’ora o meno, ad un prezzo molto contenuto.
Ma la qualità richiede cura dei dettagli e rispetto dei tempi fisiologici del corpo.
Per stringere i tempi, qualche cosa bisogna sacrificare. Ma se un lavoro grossolano può comunque avere efficacia, un lavoro affrettato no. Se non si aspetta che il corpo reagisca e si corre troppo velocemente da una fase all’altra, il risultato non si ottiene.

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Non esitate a contattarci!
Senza impegno saremo lieti di rispondere alle vostre domande per capire insieme se nel nostro centro potrete trovare le risposte che cercate!

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