
Come ogni anno, eccoci di nuovo ad aver spostato indietro la lancetta delle ore.
Questa pratica, ad onor del vero un po’ seccante, di spostare avanti ed indietro l’ora ha uno scopo puramente economico. Se nei tempi che furono l’uomo naturalmente regolava i suoi ritmi all’allungarsi o accorciarsi delle giornate, con l’introduzione dell’orologio questa elasticità andò persa.
La prima persona a vedere un possibile risparmio energetico nello sfruttare appieno le ore di luce effettiva fu Benjamin Franklin, ma per far capire ai governi che risparmiare anche sull’energia è cosa buona fu necessaria la prima guerra mondiale e l’indigenza che si trascinò dietro.
In Italia quanto risparmiamo ce lo dice la società Terna (un operatore di rete per la trasmissione dell’energia elettrica), e per i sette mesi di ora legale si parla di circa 100 milioni di euro l’anno.
Quello che non dice però è che effetto ha sul corpo il cambio d’ora.
Andando a modificare artificiosamente le ore di luce alle quali siamo soggetti, si vanno ad alterare i ritmi circadiani del corpo, cioè tutte quelle funzioni che variano durante la giornata.
Uno dei ritmi che risente di più è quello della Melatonina, la quale viene sintetizzata durante le ore buie e favorisce il sonno. Nei primi giorni di cambio dell’ora la sua produzione può essere modificata, ed il sonno perde in qualità. E se si dorme peggio, l’umore peggiora e lo stress aumenta.
Ovviamente non è che cambino le ore di luce da un giorno con l’altro, quello che cambia è la percezione che ne abbiamo.
Per cui sarà capitato a molti domenica di essere in giro, guardare l’ora e dire “cavoli sono le sei, ma è già buio!”.
Ed il problema sta tutto li, l’orologio al polso dice una cosa, l’orologio biologico ne dice un’altra.
Per ammorbidire il passaggio e convincere l’orologio biologico a resettarsi quello che viene consigliato è di stare alla luce il più possibile. Cercare un posto illuminato in ufficio, ed uscire a fare attività all’aperto (alla luce ovviamente, per chi ha la fortuna di poter fare attività sportiva prima che il sole cali).
Nei casi più estremi, contattare il medico e trattare la cosa come un jet-lag.