Il linfodrenaggio è una pratica di cui tutti abbiamo sentito parlare, ma attorno alla quale c’è un po di confusione:
- cosa significa linfodrenaggio?
- il linfodrenaggio è un massaggio?
- è uguale al massaggio anticellulite?
- serve a dimagrire?
- drenaggio linfatico e linfodrenaggio sono la stessa cosa?
Facciamo chiarezza!
Cos’è il sistema linfatico?

Il sistema linfatico è un sistema di trasporto dei liquidi corporei (linfa) e può essere considerato una componente specializzata del sistema cardiovascolare.
La sua principale funzione è mantenere l’omeostasi regolando l’equilibrio dei liquidi corporei (ricordiamo che circa il 70% del corpo umano è composto da acqua), ma svolge anche un’importante funzione a favore del sistema immunitario.
E cos’è la linfa?
La linfa è un liquido incolore che origina dal sangue.
Il sangue viene spinto dal cuore nelle arterie ed attraverso i capillari arteriosi rilascia liquidi (contenenti ossigeno e sostanze nutritive) alle cellule. Di questi liquidi una parte viene riassorbita dai capillari venosi ed attraverso le vene riportato a polmoni e cuore, ed una parte rimane intrappolata tra le cellule e prende il nome di liquido interstiziale, ossia linfa.
In verità esistono diversi tipi di linfa, ma per semplificare ci basta sapere che la linfa è un liquido incolore e trasparente formato da due componenti:
- una parte plasmatica che contiene proteine, elettroliti, glucosio, azoto, colesterolo, ferro, ormoni ed enzimi ma anche una notevole quantità di fibrinogeno (uno dei responsabili del processo di coagulazione),
- una parte orpus colata formata in gran parte da linfociti, cioè globuli bianchi, ossia le cellule che attivano la risposta immunitaria generando e modificando gli anticorpi per renderli capaci di riconoscere e combattere le minacce esterne
Cosa sono i linfonodi e le stazioni linfatiche?
I linfonodi sono strutture simili a fagioli, con una dimensione da pochi millimetri fino a qualche centimetro. Possono essere singoli e/o a gruppi e costituiscono le stazioni linfatiche, che svolgono un’azione filtrante ed in presenza di infiammazioni e infezioni attivano la risposta immunitaria diventando gonfie e dolenti.
La presenza di gonfiore e dolorabilità dei linfonodi è quindi un campanello di allarme. Nel caso di infezione è controindicazione al trattamento linfodrenante. Il rischio è quello di diffondere ulteriormente l’infezione che potrebbe evolvere in setticemia.
A cosa serve il sistema linfatico?
Il sistema linfatico ha il compito di drenare la linfa (o liquido interstiziale) rimasto intrappolato tra le cellule.
Come il sistema circolatorio anche il sistema linfatico è formato da vasi che crescono di dimensioni dalla periferia verso il centro del corpo. La linfa viene raccolta dai capillari linfatici, convogliata nei vasi di calibro maggiore per ricongiungersi con il circolo sanguigno a livello delle fosse clavicolari.
Una domanda sorge spontanea: perché pur avendo due sistemi di recupero dei liquidi soffriamo di gonfiori?
Come dicevamo prima il sistema linfatico regola l’equilibrio dei liquidi corporei, e lo fa attraverso tre meccanismi:
- sistema cardio-circolatorio: se non funziona correttamente, in eccesso (ad esempio se la pressione sanguigna è troppo alta) o difetto (una flebite o una trombosi venosa) del liquido rimarrà intrappolato a livello cellulare
- il sistema epato-renale: si occupa del volume di liquido presente all’interno di tutto il corpo. Maggiore è il volume maggiore sarà la probabilità di avere accumuli (e difatti una delle principali cure prescritte in presenza di edemi è la somministrazione di diuretici per espellere il liquido in eccesso)
- il sistema linfatico: se la componente di liquido interstiziale non viene riassorbita correttamente si avrà un linfedema
Il malfunzionamento di uno (o più) di questi meccanismi può portare ad un edema.
In questa pagina ci occuperemo ovviamente del terzo punto.
Sottolineiamo però come all’interno degli altri due ricadano tutta una serie di patologie importanti. Per questo è necessario affidarsi ad uno specialista in presenza di edemi: non identificare correttamente un problema cardio-circolatorio, epatico o renale può avere delle serie conseguenze!
E perché la linfa si accumula?
Tornando a noi, perché accade che il sistema linfatico non riesca a svolgere appieno il suo compito?
Il sistema linfatico ha due caratteristiche di debolezza:
- non dispone di un “pompa” (presente invece nel sistema sanguigno, la pompa cardiaca)
- i vasi linfatici, a differenza di quelli venosi, non sono forniti di valvole. Le valvole venose permettono il flusso di sangue in una sola direzione, cioè verso il cuore: il sangue che risale non torna indietro. I vasi linfatici sono invece sprovvisti di valvole e quindi per effetti di gravità la linfa tenderà ad accumularsi verso il basso.
Per contrastare l’effetto gravitazionale e consentire alla linfa di risalire verso l’alto il sistema linfatico utilizza due essenziali attivatori meccanici:
- la contrazione muscolare: i muscoli contraendosi “spremono” i vasi linfatici e spingono la linfa verso l’alto. Da qui si evince l’importanza dell’attività motoria/sportiva: l’uso dei muscoli favorisce un miglior flusso di liquidi e previene i ristagni
- la respirazione: nel suo ritmico movimento il diaframma (muscolo respiratorio per eccellenza) crea nella cavità addominale delle variazioni di pressione che richiamano la linfa verso l’alto: questo meccanismo prende il nome di pompa diaframmatica.
Se questi sistemi funzionano poco o male può presentarsi un ristagno, ad esempio nei casi di eccessiva vita sedentaria, a seguito di una alimentazione scorretta o in presenza di particolari stress emotivi.
Non dimentichiamo che un edema può anche avere origine a seguito di traumi diretti come distorsioni, contusioni o in casi di postumi da intervento chirurgico.
In tutti questi casi il sistema linfatico va aiutato e possiamo farlo efficacemente con il linfodrenaggio.
Perché è importante drenare gli edemi?
Per vari motivi, tra i quali quello estetico è il più noto.
Il sistema linfatico è un sistema di scarico. Se funziona correttamente tutta la linfa che si crea viene drenata e le cellule possono lavorare in un ambiente sano, ben nutrite ed ossigenate. Se non funziona si accumulano sostanze di scarto che non lasciano posto a nuovi liquidi ricchi di nutrienti ed ossigeno. Le cellule non possono più lavorare correttamente ed i tessuti soffriranno.
Inoltre il ristagno di liquidi rallenta la risposta immunitaria, favorendo quindi lo sviluppo e la diffusione di infiammazioni.
Per questi motivi la presenza di ristagno (edema o linfedema) non si presenta solo come un gonfiore ma, a seconda della gravità, può presentarsi con sintomi talvolta invalidanti:
- Nelle prime fasi la stasi la linfa produce un leggero gonfiore che spesso a riposo si riassorbe
- Quando l’edema diventa più importante si manifesta pesantezza e sensibilità della pelle
- un ulteriore incremento del ristagno rende persino complicato eseguire i più semplici movimenti articolari, la pelle si indebolisce lesionandosi facilmente
- Se il linfedema non viene risolto, può arrivare a generare un ispessimento patologico del derma.
Cosa fa il linfodrenaggio?
Il linfodrenaggio è una tecnica che aiuta il sistema linfatico a drenare l’edema mediante leggere e ritmiche manovre eseguite sul derma.
Facile, ma non semplice. C’è una logica precisa in ogni manovra e in ogni sequenza utilizzata.
Sembra un massaggio drenante, ma ha delle differenze sostanziali.
La prima grande differenza è la direzione di avanzamento.
Nel massaggio classico le manovre si eseguono partendo dalla periferia verso il centro del corpo (dal piede verso l’inguine, dalla mano verso il cavo ascellare, ecc). Nel linfodrenaggio le manovre seguono il percorso inverso, ossia dal centro alla periferia: prima si rimuovono i blocchi, poi si fanno scorrere i liquidi.
È come un lavandino pieno, per svuotarlo prima tolgo il tappo in modo da far defluire i liquidi naturalmente.
La seconda grande differenza è l’intensità della manovra.
Il massaggio drenante è profondo, il linfodrenaggio è leggero come una carezza. I vasi linfatici sono più superficiali di quelli venosi e basta quindi una pressione leggerissima per stimolarli.
L’intensità di pressione, la tipologia di manovra e la direzione del massaggio sono i punti chiavi di un trattamento di successo e richiedono pratica ma soprattutto una profonda conoscenza di anatomia e fisiologia del sistema linfatico.
Gli effetti principali del linfodrenaggio
Il linfodrenaggio aiuta il sistema linfatico a ritornare ad una corretta funzionalità. Per questo motivo da un buon trattamento di linfodrenaggio possiamo ottenere un effetto:
- antiedematoso, per la risoluzione di edemi che possono essere causati da un:
- evento traumatico, come una distorsione di caviglia o di ginocchio,evento chirurgico
- oncologico, come un edema al braccio dopo un intervento di mastectomia
- ortopedico, ad esempio a seguito di un intervento protesico,
- estetico, come dopo un intervento di blefaroplastica o mastoplastica
- un problema cardiovascolare, ad esempio un’insufficienza cardiaca o di varici venose
- un problema sistemico, come un’insufficienza renale o una compromissione epatica
- evento traumatico, come una distorsione di caviglia o di ginocchio,evento chirurgico
- immunitario
- cicatrizzante: velocizza la risoluzione da una ferita e previene la formazione di aderenze,
- sul microcircolo, ad esempio per il trattamento della cellulite.
Linfodrenaggio, quando non farlo?
Le controindicazioni assolute al trattamento linfodrenante sono poche:
- infezioni in corso per il rischio di una diffusione allargata della stessa
- tumori attivi: da un tumore attivo si staccano continuamente cellule che possono evolvere in metastasi. Un trattamento che promuove la circolazione dei liquidi corporei potrebbe favorirne la diffusione
- tubercolosi: è una malattia infettiva a trasmissione aerea che colpisce prevalentemente i polmoni ed è tra le prime dieci cause di decesso a livello globale
Altre controindicazioni non ce ne sono, nemmeno l’ipertensione o la gravidanza, per le quali risulta persino utile e consigliato.
Il trattamento linfodrenante è sicuro e non comporta effetti collaterali, e se è ben fatto funziona con risultati visibili già dalla prima applicazione!
Se fatto meno bene, semplicemente non funziona.
Cos’altro si può fare?
Esistono ovviamente altre attività di supporto al sistema linfatico che facilitano la prevenzione di ristagni. Alcune di questi sono:
- attività fisica, sempre consigliata con esecuzione costante
- stretching, dove l’allungamento muscolare districa il liquido interstiziale e favorisce la circolazione dei liquidi
- bendaggi compressivi nei casi di stasi importanti e/o nei postumi da interventi chirurgici
- il massaggio drenante eseguito con la Tecarterapia®, che consente di agire selettivamente sui vasi linfatici.