L’osteoporosi è una delle patologie ormai più diffuse a livello mondiale, complice lo stile di vita sempre più sedentario e l’innalzamento dell’età media, sopratutto della popolazione femminile.
Sono state sviluppate varie terapie e protocolli di trattamento negli anni, ma per lo più di tipo farmacologico.
E spesso il risultato ottenibile è il bloccare o rallentare l’evoluzione della patologia, che è un buon risultato, ma non risolutivo.
Ed ancora più spesso (circa il 40% dei casi) le persone abbandonano il piano di cura a causa degli effetti collaterali dei farmaci (i famosi bifosfonati)

Grazie alle potenzialità di Limfa® Therapy si è però aperta un’altra via: quella del trattamento non farmacologico, quindi una cura dell’osteoporosi senza i bifosfonati e senza i loro effetti collaterali.
Ma sopratutto la possibilità di una rigenerazione dell’osso.
NOTA BENE: la cura di elezione per l’osteoporosi è farmacologica. Non stiamo consigliando di abbandonare quella cura nel modo più assoluto.
Vista però la percentuale di abbandono a causa degli effetti collaterali è giusto che chi sceglie di farlo sappia che ci sono altre opzioni.
Ma andiamo con ordine.
Cos’è l’osteoporosi
L’osteoporosi è una patologia dell’osso.
Esistono una gran numero di cause possibili, ed in base a queste si suddividono in osteoporosi primarie e secondarie.
Quelle di cui ci interesseremo sono le prime.
Non che le seconde siano meno importanti, ma rappresentano una percentuale minima (intorno al 5%) di tutti i casi, e, sopratutto, sono secondarie. Il che significa che l’osteoporosi è una conseguenza di un altro problema.
Non significa che non siano da trattare, assolutamente, ma che richiedono un percorso clinico differente.
Se volete qualche informazione in più potete visitare la pagina di wikipedia sull’argomento.
Le osteoporosi primarie sono invece di tre tipi:
- idiopatica, rara, e di cui non si conosce ancora la causa
- post-menopausale, o di tipo I. La classica osteoporosi che insorge nelle donne a causa degli squilibri ormonali dovuti alla menopausa, fenomeno che aumenta anche di quattro volte il rischio di manifestarsi della patologia.
- senile, o di tipo II. Può avere varie cause, dalla immobilizzazione prolungata a carenze ormonali, di vitamine o sali minerali, compatibili con l’invecchiamento.
Il meccanismo patologico è però uguale per tutti: uno sbilanciamento tra la produzione di osso ed il riassorbimento dello stesso.
Le cellule dell’osso, osteoblasti ed osteoclasti
L’osso non è un tessuto morto o inerte ma, come tutti gli altri tessuti corporei, è vivo e dinamico.
È governato da due tipi di cellule:
- gli osteoblasti, che producono il materiale osseo. È grazie a loro, ad esempio, che le fratture si consolidano.
- gli osteoclasti, che lo riassorbono
L’equilibrio tra l’attività di queste due popolazioni di cellule mantiene l’osso sano e solido.
I problemi insorgono quanto questo equilibrio viene rotto.
Per quanto riguarda l’osteoporosi di tipo I, con la menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali e di conseguenza metabolici, si assiste ad un aumento del numero di osteoclasti.
Ognuno mangerà il suo pezzettino di osso, ma essendo di più se ne consumerà più di quello prodotto.
Nell’osteoporosi di tipo II, invece, si assiste ad una diminuzione dell’attività degli osteoblasti. Con l’età diventano meno efficienti, l’osso nuovo verrà prodotto più lentamente e la struttura risulterà indebolita.
Come agisce Limfa® Therapy sull’osteoporosi?
Abbiamo già parlato di come funziona Limfa® Therapy, e quella sulla osteoporosi è l’applicazione più classica di quei principi.
Grazie all’azione dei campi magnetici ed ai programmi di applicazione usati, Limfa® è in grado di stimolare le cellule attraverso la Iono Risonanza Ciclotronica (ICR), andando ad aumentarne le funzioni.
In questo modo vengono stimolati gli osteoclasti a produrre nuovo osso.
Riportando prima l’equilibrio tra formazione ed assorbimento, e poi il deposito di nuovo materiale.
Il processo di erosione dell’osso, ed il suo indebolimento, si arresta.
Ma sopratutto si assiste poi ad una inversione della tendenza: l’osso si rigenera. Il nuovo materiale depositato non viene riassorbito, e l’osso, se così possiamo dire, comincia a guarire.
Come sono stati valutati i risultati?
Ovviamente questi risultati sono frutto di studi ed osservazioni cliniche.
È tra l’altro semplice verificare il risultato, in quanto gli esami per l’analisi della densità ossea sono conosciuti e diffusi. Il più classico, quello proposto a tutte le donne come screening per l’osteoporosi, è la MOC.
Gli studi eseguiti sono stati fatti utilizzando un altro metodo, che si sta via via diffondendo anche nelle cliniche: la valutazione del BTT, o bone trasmission time.
In pratica valuta la densità dell’osso in base alla velocità alla quale questo si fa’ attraversare da onde ultrasoniche.
È un metodo nuovo, efficace, e sopratutto non ha le controindicazioni di una MOC. Che in fin dei conti è una lastra.
Ebbene, quello che si è osservato è una modificazione del BTT del 14% in media.
I risultati sul campione di pazienti studiato hanno dimostrato che il 100% dei pazienti ha bloccato il processo degenerativo, ed il 57% ha visto un miglioramento significativo.
Sono numeri ottimi, sopratutto considerato che i pazienti in esame, nel periodo di studio, non hanno assunto farmaci.
Questo ha spinto i ricercatori ad approfondire gli studi, cercando dei campioni di pazienti più ampi e delle metodiche nuove.
Studi che al momento sono ancora in fase di elaborazione, ma che non mancheremo di comunicare nel momento in cui verranno pubblicati.